sabato 30 maggio 2015

MELCHIORRE CESAROTTI




Villa Cesarotti Fabbris - Selvazzano Dentro Padova

La Villa fu la dimora di campagna di Melchiorre Cesarotti, letterato, filologo e traduttore padovano vissuto tra il 1730 e il 1808. Celebre è la sua traduzione dei Canti di Ossian poema epico scozzese di James Mcpherson. 
La Villa fu edificata nel Seicento dalla famiglia Cesarotti di Padova. Nel 1871 l'abate Melchiorre Cesarotti vi si trasferì e ne fece il suo rifugio campestre.

La Villa fu visitata da importanti poeti e scrittori del tempo tra cui Madame de Stael, Vittorio Alfieri, Ippolito Pindemonte e probabilmente anche dal suo allievo ribelle Ugo Foscolo.
All'interno della Villa si trovano le stanze che il letterato aveva chiamato della Filosofia positiva, della Filosofia pratica, della Letteratura.




Il Cesarotti progettò anche il Parco secondo i canoni inglesi: esso presentava un boschetto funebre con erme iscrizioni. Il fiume Bacchiglione costituiva un'importante elemento di questo "giardino campestre" che però fu compromesso con il taglio del meandro.

Dal 2012 Villa Cesarotti è sede dell'ANCI-Veneto.



Ragione, Umanità e Giustizia.
Queste dovrebbero essere le vere dominatrici della terra
ma esse non sono che le regine detronate.




  
Melchiorre Cesarotti                                James Mcpheron

 

Il poeta combattente

Siamo in epoca preromantica e l'amore per il Medioevo dilaga in tutta Europa. In questo periodo ebbero grande popolarità i Canti di Ossian, poemetti scritti in stile medioevale dallo scozzese James Mcpheron. Il Medioevo era inoltre il periodo storico in cui sorsero le lingue e le culture nazionali, e molti romantici erano convinti nazionalisti fortemente impegnati nelle lotte per l'indipendenza del proprio Paese.

Letteratura, arte e politica si incrociano.





Ossian e Malvina



Ugo Foscolo -L'allievo ribelle



"All'uom di genio, al Poeta della nazione, al Traduttore finalmente dell'Ossiano mi accingo a rendere tributo che già il mio cuore gli rese dal primo istante ch'io cominciai a leggere i versi suoi" (Ugo Foscolo - Venezia, 28 settembre 1795, in Ep. I, pp. 17-8)

Il Foscolo associa il Cesarotti a Parini, Alfieri e Monti come responsabili del rinnovamento del linguaggio poetico italiano avvenuto negli ultimi decenni del Settecento.


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